Rapporto CNR, Italia il terreno si sgretola nel 2020 si sono verificate 15 frane ed 8 alluvioni
A causa di eventi atmosferici nel nostro Paese tra il 1970 e il 2019 sono morte 1.670 persone; risultano disperse 60 persone; sono dovuti ricorrere alle cure sanitarie 1.935 persone; sono state evacuate e hanno subito disagi e danni 320 mila
(AGR) Pubblicato l’atteso Rapporto Periodico sul Rischio posto alla Popolazione italiana da Frane e Inondazioni (http://polaris.irpi.cnr.it/wp-content/uploads/report_2020.pdf) del CNR – IRPI che contiene dati su frane e alluvioni, fenomeni naturali diffusi e ricorrenti in Italia, che hanno causato danni diretti alla popolazione nel periodo compreso fra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2020. oltre mille morti in 50 per “Sono 23 gli eventi verificatisi in Italia nel corso del 2020 con vittime, di cui 15 frane e 8 alluvioni. Nella bella Italia, anestetizzata dal Covid-19, ci sono stati nel 2020 ben 12 morti, 1 disperso, 19 feriti e 3.078 evacuati e senzatetto per eventi naturali, senza contare i danni alle infrastrutture ai servizi e al sistema economico-produttivo. A questo punto possiamo solo consolarci nel pensare che in Italia nel corso del 2020 non si siano avuti vittime e danni rilevanti per terremoti ed eruzioni vulcaniche. Analizzando i dati più nel dettaglio emerge che gli eventi con vittime hanno colpito 109 comuni e 18 regioni su 20, quelle non interessate nel corso del 2020 le troviamo bene citate negli anni passati”. Lo ha affermato Antonello Fiore, Presidente Nazionale della Società Italiana Geologia Ambientale (SIGEA).
“Poiché la stagione invernale e primaverile sono state particolarmente siccitose e l’anno 2020 è stato in Italia uno degli anni più caldi da quando si eseguono le registrazioni della temperatura atmosferica - ha proseguito Fiore - con grande produzione di vapor d’acqua sui mari che si produce in terra ferma in eventi di pioggia estremi, si può comprendere la distribuzione netta dei due fenomeni con frane concentrate nel periodo estivo e alluvioni nel periodo tarda estate e autunnale. La regione più colpita è stata la Lombardia che ha avuto anche il più grande numero di morti, ci sono stati 5 decessi, 1 disperso e 3 feriti durante 5 eventi che hanno colpito questa regione. Seguono con più di un evento la Calabria, le Marche, la Campania, la Sardegna. Se guardiamo al passato nulla nel corso del 2020 è cambiato. Analizziamo i dati dal 1970 -2019: la situazione dimostra che l’Italia è un Paese fragile non solo per le sue caratteristiche geologiche ma anche dal punto di vista politico, che talvolta potrebbe essere inadeguato. Nel periodo 1970-2019 in Italia sono morte per frane 1.085 e per alluvioni 585; risultano disperse per frane 10 e per alluvioni 50; feriti per frane 1.454 e per alluvioni 481; evacuati e senzatetto per frane 146.271 e per alluvioni 173.885.
Ricapitolando solo per fenomeni naturali, quali frane e alluvioni, nel nostro Paese tra il 1970 e il 2019 i dati ci dicono che sono morte 1.670 persone; risultano disperse 60 persone; sono dovuti ricorrere alle cure sanitarie 1.935 persone; sono state evacuate e hanno subito disagi e danni 320.156. Interessate da questi numeri tutte e 20 le Regioni, 2.139 comuni e ben 3.785 località”. Gli scienziati, i geologi, sono battaglieri e lanciano ancora una volta un appello forte: rendere ora centrale nella politica italiana il tema della fragilità geologica.
“Dobbiamo rendere centrale nella politica del Paese la fragilità geologica del nostro territorio, esposto ai pericoli naturali come quello vulcanico, sismico e idrogeologico con alluvioni e frane. Sono questioni strategiche per lo sviluppo sociale ed economico che non possono essere prese in considerazione solo nel post evento e solo per la gestione delle fasi emergenziali e di ricostruzione, ma vanno assolutamente definite in fase di previsione e prevenzione. L’Italia ha una conformazione geologica per la quale le principali pericolosità geologiche si manifestano con una serie di eventi che rappresentano il naturale evolversi e formarsi del paesaggio e del territorio che abitiamo; dalla ricostruzione del dopoguerra abbiamo avuto uno sviluppo non rispettoso degli scenari che questi fenomeni del tutto naturali – ha concluso Fiore - definiscono e li abbiamo trasformati in rischi per il nostro tessuto socio economico e per la nostra stessa vita.
I dati relativi al 2020 sono severi; abbiamo necessità di imparare dal passato per agire nel presente e progettare il futuro; dobbiamo risanare gli errori del passato per una rigenerazione urbana e realizzare le nuove infrastrutture in totale sicurezza; dobbiamo monitorare i fenomeni naturali per meglio prevenire i loro effetti e sviluppare un sistema di manutenzione indispensabile a garantire la sicurezza costante, dobbiamo potenziare gli istituti di ricerca, le strutture tecniche degli enti centrali e periferici per creare un processo (scelte – progetto -realizzazione – manutenzione) più agile e più corrispondete alle esigenze di una società che guarda con consapevolezza al suo futuro e guarderà con fierezza al suo passato.
La crisi climatica in atto, che non può essere un alibi, richiede un cambio di strategia. E' un fallimento politico del Parlamento intero non aver approvato la legge nazionale sul consumo di suolo, sia nella precedente sia in questa legislatura. Nessun partito politico potrà proporre nella prossima campagna elettorale il tema del consumo di suolo visto che negli ultimi 7 anni non hanno fatto nulla di utile per contenere il consumo di suolo che gli ultimi dati ufficiali lo vedono galoppare, senza sosta, a un campo di calcio di cemento ogni ora”.