Utilizziamo i cookie per abilitare e migliorare le funzionalita' del sito web, servire contenuti per voi piu' pertinenti, ed integrare i social media. E' possibile rivedere la nostra privacy policy cliccando qui e la nostra cookie policy cliccando qui. Se chiudi questo avviso, acconsenti all'utilizzo dei cookie. Per modificare le impostazioni dei cookies clicca qui

SEI GIA' REGISTRATO? EFFETTUA ADESSO IL LOGIN.



ricordami per 365 giorni

HAI DIMENTICATO LA PASSWORD? CLICCA QUI

NON SEI ANCORA REGISTRATO ? CLICCA QUI E REGISTRATI !

L’ANCRI, Il Tricolore e i giovani

printDi :: 08 gennaio 2022 10:36
L’ANCRI, Il Tricolore e i giovani

L’ANCRI, Il Tricolore e i giovani

(AGR) Cav. Aurelio Vietri

Nella società globalizzata, caratterizzata dal dilagante relativismo culturale, diventa sempre più difficile conservare valori come l’identità nazionale, l’amore di Patria, il rispetto della storia della propria terra e di tutti i simboli che li rappresentano, come la bandiera, l’inno nazionale, la stessa Carta Costituzionale.

 
È per questo che, in occasione del 225° anniversario della nascita della bandiera italiana, il sempre amato Tricolore, occorre rilanciare le iniziative che facciano comprendere appieno il senso di una incarnazione di quei valori, che rendano chiaro perché tante persone, gente comune, attaccata alla vita e agli affetti familiari, siano arrivati a compiere anche i gesti più eroici per difendere quel simbolo, persino a costo della vita.

Ci aveva pensato, venti anni fa, un Presidente della Repubblica molto amato ad invitare tutti gli Italiani al rispetto di quei simboli: Carlo Azeglio Ciampi, aveva lanciato continui messaggi sulla importanza di cantare l’inno nazionale, di onorare il Tricolore, usandolo ogni volta che fosse opportuno celebrare il Paese che essi rappresentano, con tutti i valori che hanno saputo incarnare i personaggi che hanno lasciato un segno positivo nei millenni di storia di quella penisola che oggi chiamiamo Italia.

Molte delle iniziative promosse, in quegli anni, dalla Presidenza della Repubblica hanno riguardato i giovani, dalle prime classi delle scuole primarie fino all’età più matura, perché è proprio in quella fase della formazione culturale e caratteriale che i cittadini devono avere la possibilità di conoscere -e, eventualmente, apprezzare e condividere- tutti i motivi per i quali quella Bandiera, come quell’Inno, sono stati e sono amati e rispettati.

Lo stesso presidente Ciampi, in un celebre discorso pronunciato il 4 novembre 2001, volle indirizzare le sue parole proprio ai ragazzi dicendo: «mi rivolgo soprattutto a voi, studiate le storie della gioventù di allora, imparate a conoscerne i nomi, a ricostruirne le letture e le azioni! Molto è vivo ancora oggi di quei valori: soprattutto è vivo lo spirito di unione fra i popoli d'Europa, che è uno dei tratti più specifici del nostro Risorgimento, fin dai moti del 1821.

Gli ideali di allora hanno trovato realizzazione piena nella Costituzione repubblicana del 1948.  La prima parte della nostra Costituzione è la definizione stessa di Repubblica, di un bene comune, di tutti e di ciascuno.

Non è un caso che i Padri Costituenti, come simbolo di questo insieme di valori fondamentali, all'articolo 12, indicarono il tricolore italiano. Il tricolore non è semplice insegna di Stato. È un vessillo di libertà, di una libertà conquistata da un popolo che si riconosce unito, che trova la sua identità nei principi di fratellanza, di uguaglianza, di giustizia nei valori della propria storia e della propria civiltà.

Per questo, adoperiamoci perché in ogni famiglia, in ogni casa ci sia un tricolore a testimoniare i sentimenti che ci uniscono fin dai giorni del glorioso Risorgimento».

Sulla direttrice della particolare attenzione ai giovani si sono spesso mosse le manifestazioni che l’ANCRI ha organizzato nel tempo, nella più profonda convinzione che sono proprio loro a dover cogliere fino in fondo il significato dei simboli della Nazione in cui vivono, per imparare, a loro volta, a trasmetterli alle future generazioni.

Nei numerosi incontri tenuti in scuole primarie e secondarie, di primo e secondo grado, a Foggia e in altre città della provincia, abbiamo avuto modo di riscontrare sensibilità diverse nei confronti di questi argomenti, da parte dei ragazzi. Può apparire naturale, considerando che sull’educazione dell’individuo influiscono numerosi fattori, a partire dall’ambiente familiare e sociale, per passare attraverso la qualità e il livello di istruzione fino a giungere alle influenze degli elementi più disparati con i quali si entra in contatto nelle esperienze di vita. Ma non è naturale, né giusto, trascurare o addirittura ignorare valori che hanno rappresentato saldi punti di riferimento per centinaia di generazioni ed hanno permesso di costruire su basi solide la storia dell’Italia.

Parlare ai più giovani di argomenti ai quali non sono più abituati a prestare attenzione non è facile. Occorre tradurre in un linguaggio moderno, accessibile, agile, concetti complessi, che hanno bisogno di riflessione, di conoscenze di base che non sempre i ragazzi hanno voglia di conservare, una volta lasciato alle spalle lo studio del periodo storico cui più sono legati quei valori, come può essere il Risorgimento. Per questo, non ci siamo dilungati in lunghe esposizioni teoriche: abbiamo ricordato i fatti e i personaggi essenziali di un periodo cruciale della storia d’Italia; abbiamo raccontato aneddoti memorabili per lasciare impressi lo spirito e l’ardimento di quelle donne e di quegli uomini che aiutarono a costruire una nazione unita che oggi possiamo chiamare Patria.

Anche se posti nel modo più semplice, sono argomenti densi di profondi significati, che sono lontani dalla realtà quotidiana dei ragazzi di oggi, eppure, nella gran parte delle occasioni, loro hanno saputo rispondere con entusiasmo. Hanno mostrato curiosità per quei simboli, per quella bandiera, che sventolano con tanta passione in coincidenza con le grandi vittorie sportive degli atleti “azzurri”; hanno imparato perché si deve essere orgogliosi di quei tre colori che furono scelti più di due secoli fa per chiamare a raccolta chi voleva “fare l’Italia”, sicuramente prima di “fare gli Italiani” e perché quell’epico rettangolo di stoffa rappresenta tutta la storia dei loro antenati e perché può e deve essere ostentato in tutte le occasioni in cui si voglia dimostrare l’amore e il rispetto per quella storia e per chi l’ha scritta.

Quei ragazzi e quelle ragazze che abbiamo incontrato in tanti anni di manifestazioni, nelle classi e nei teatri, in prestigiose sedi istituzionali -come i Municipi e il Palazzo della Dogana di Foggia, o durante gli eventi organizzati nelle strade e nelle piazze più belle delle città della Daunia, saranno i primi maestri dei propri figli: insegneranno loro quello che hanno appreso, speriamo con gioia, ad opera di una associazione che ha il solo obiettivo di risvegliare la coscienza della rilevanza dei valori più importanti, quelli che rappresentano le fondamenta di quella Repubblica che i soci dell’ANCRI hanno dimostrato di voler onorare con tutte le proprie energie.

                                                                                                                     

Partecipa anche tu affinche' l'informazione vera e trasparente sia un bene per tutti

 
 
x

ATTENZIONE