WWF, l'impegno dei cittadini determinante per il verde delle città
Oggi ultimo giorno di raccolta fondi al 45585 per realizzare aule natura nelle scuole italiane. Obiettivo: far entrare la natura nelle scuole. Dalla ricognizione del WWF nelle città italiane emergono tanti segnali virtuosi di attenzione all'ambiente


wwf orto botanico Roma
(AGR) Le città italiane grazie all’impegno delle realtà civiche stanno migliorando sulle buone pratiche del verde urbano. È quanto emerge dalla raccolta delle segnalazioni di gestione virtuosa civica del verde, che dimostrano l’intraprendenza di comitati ed associazioni locali nel volere conservare e valorizzare la biodiversità dei 20 capoluoghi di Regione e nel territorio delle 14 città metropolitane*. Dai risultati del questionario, distribuito a partire dallo scorso maggio, emerge una moltitudine di iniziative consolidate, di cronache e storie positive, di riscatto del patrimonio naturalistico delle 24 città più importanti del nostro paese, racchiuso nel perimetro urbano o situato oltre i suoi confini. Ora è indispensabile impegnarsi per far entrare la natura nelle scuole, costruendo spazi sicuri e naturali nei quali bambini e ragazzi possano sintonizzarsi con la natura, imparare da essa e costruire un futuro che dovrà per forza essere sostenibile. È questo l’obiettivo dal progetto “Aule Natura”, che ancora per oggi sarà possibile sostenere attraverso il numero solidale 45585.
Messaggio che il WWF Italia lancia dal Museo Orto Botanico di Roma, dove è in svolgimento l’evento centrale di Urban Nature 2020 e dove, per l’occasione, è stata allestita una vera e propria Aula Natura aperta all’esperienza di numerosi piccoli visitatori che, oltre ad usufruire di visite guidate dell’Orto Botanico hanno potuto visitare anche la Living Chapel, installazione artistica che unisce Natura, Architettura e Musica, portatrice di un messaggio universale di educazione e cura della natura. Dalle ricognizione del WWF sulla gestione del verde nelle città italiane emergono numerosissime iniziative e storie di valore che vanno dal recupero di aree fluviali (come quella dell’Oreto, nell’area metropolitana di Palermo), alla valorizzazione di aree costiere (come quella del Rione Passetto ad Ancona o del sistema di dune in località Giovino, nell’area metropolitana di Catanzaro, o della Costa Viola nell’area metropolitana di Reggio Calabria che si affaccia sullo Stretto di Messina, per non dimenticare gli interventi di riqualificazione naturalistica realizzati dall’Orto Botanico in aree periferiche e centrali a Messina). C’è, poi, il recupero naturalistico del verde di imponenti di ex aree o fortificazioni militari (come quella dell’ex Piazza D’Armi, alla periferia di Milano – 32,8 ettari -; dell’area dell’ex Caserma Rossani – 27,5 – ettari, al centro di Bari; dell’area di Forte Ratti – 450 ettari a Genova) o di aree affidate a strutture sanitarie operative o no (come l’area di 1,8 ettari della ASL 1 in via Malibran alla periferia di Napoli o la grande zona verde periurbana ora comunale di 22 ettari dell’ex Ospedale psichiatrico di Trieste). Per arrivare a scoprire inaspettati laghi naturali in piena area urbana o sistemi articolati di aree umide in aree periurbane (il Lago Bulicante, di 10mila metri quadrati per 10 metri di profondità, nell’ex Area Snia del Pigneto-Prenestino a Roma o il sistema delle 8 oasi WWF nelle Piana fiorentina) o interventi di colonizzazione naturalistica di intere città (come ad Aosta con la realizzazione di 81 orti urbani in aree di proprietà comunale o di 750 nidi artificiali e batbox a Bolzano).
UNA RETE CIVICA A DIFESA DI UN PATRIMONIO COMUNE
Un patrimonio comune che le realtà civiche (comitati, reti locali, WWF e altre associazioni) hanno saputo difendere e riscattare da fenomeni di degrado dovuti principalmente alla illegalità o a debolezze strutturali che mettono a rischio le nostre aree naturali urbane. Il degrado dovuto alla illegalità che minaccia l’integrità degli ecosistemi presenti nelle nostre città vede: la presenza di rifiuti e discariche al primo posto (13 segnalazioni), al secondo la mancanza di controlli (10 segnalazioni), gli usi illegali - come orti abusivi e depositi materiali - al terzo posto (9 segnalazioni); piante e strutture pericolanti al quarto posto (8 segnalazioni); gli scarichi abusivi al quinto posto (3 segnalazioni).
Le debolezze strutturali che mettono a rischio la tutela della biodiversità urbana sono invece, quelle riguardanti: la mancanza di manutenzione del verde o dei manufatti (16 segnalazioni); l’assenza di recinzioni e il libero accesso alle aree (10 segnalazioni); le specie vegetali invasive (9 segnalazioni). Proprio la manutenzione del verde cittadino anche rispetto ai danni provocati al verde cittadino continua ad essere un nervo scoperto delle nostre metropoli che devono investire di più e con più continuità sulla gestione qualificata e non cronicamente “al ribasso” del verde di tutti.