Terremoto Italia centrale, così cambia il territorio

“Il paesaggio sta cambiando. Ci sono circa 300 frane nell’area epicentrale – ha proseguito Pambianchi – e di queste almeno 30 frani grandi si sono riattivate dopo il terremoto. Un sisma che ha interessato un’area molto grande. Basti pensare che abbiamo trovato effetti su ben 1200 chilometri di strade. Nella Val Nerina una frana di crollo di circa 40-50.000 metri cubi di materiale ha invaso l’asta del fiume Nera creando uno sbarramento a monte ed un fenomeno analogo si è verificato anche nella Valle dell’Infernaccio, dove una frana di crollo di circa 30 – 40.000 metri cubi ha creato un piccolo specchio lacustre. L’appello è quello di fare un immediato monitoraggio del territorio”.
Il programma del monitoraggio
Sono previsti pertanto briefing sui due laghi glaciali dell’Appennino che si stanno prosciugando – ma i geologi entreranno anche nell’area epicentrale di Castelluccio – Norcia e sul Monte Vettore.Dinanzi alla stampa i geologi mapperanno gli effetti del terremoto sul costruito ed alla stampa gli stessi geologi faranno vedere i fiumi la cui portata è aumentata. Poi sopralluogo nell’area epicentrale. A Norcia saranno osservate le problematiche idro-geomorfologiche legate al centro abitato e nella piana alluvionale. In quest'ultima di grande effetto è la ricomparsa, dopo il terremoto, del Torrente Torbidone non più attivo da tantissimi anni. Vedremo poi gli effetti differenziali che il terremoto ha causato sulle abitazioni ed il condizionamento legato alla natura geomorfologica del terreno. A Castelluccio e sul Monte Vettore verificheremo, ad un anno di distanza, l'evoluzione delle faglie, delle fratture, delle frane e delle sorgenti. Il 16 mattina andremo a Colfiorito dove verrà osservata l'evoluzione di frane e faglie riattivatesi già con il terremoto del '97, sul posto confronteremo gli effetti dei due terremoti.