Sea Shepard Italia, recuperata una rete illegale di dieci km a largo di Catania
Sea Shepherd Italia, in collegamento con la Guardia Costiera, ha dato avvio all’ottava edizione dell’Operazione SISO, recuperando una rete illegale della lunghezza complessiva di 10 km e del peso di circa 4 tonnellate, localizzata a 22 miglia al largo della costa catanese.


Sea Shepard recupero rete illegale di 10 Km
(AGR) Con un’azione congiunta di successo condotta sotto il coordinamento della Guardia Costiera di Catania e il Centro di Controllo Nazionale della Pesca istituito presso il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto a Roma, Sea Shepherd Italia dà ufficialmente avvio all’ottava edizione dell’Operazione SISO, recuperando una rete illegale della lunghezza complessiva di 10 km e del peso di circa 4 tonnellate, localizzata a 22 miglia al largo della costa catanese.
La rete, nonostante le dimensioni, non ha registrato il coinvolgimento di cetacei o tartarughe marine al momento del recupero, segnale incoraggiante che sottolinea l’efficacia dell’intervento tempestivo nel prevenire gravi danni all’ecosistema marino. Durante l’operazione, i volontari hanno inoltre osservato la presenza di delfini Tursiopi, ulteriore testimonianza della delicatezza e vulnerabilità dell’ambiente marino mediterraneo, oggi più che mai minacciato da sovrasfruttamento e inquinamento.
Solo nell’ultimo anno, grazie a circa 15.000 ore di volontariato, sono stati rimossi: 144 FAD (Fishing Aggregating Devices), oltre 14 km di palamiti, 2.325 metri di reti.
Strumenti non conformi alla normativa vigente, che rappresentano una minaccia concreta alla biodiversità marina. L’operazione prende il nome da “Siso”, un giovane capodoglio trovato morto alle Isole Eolie nel 2017 con chilometri di lenza nello stomaco: una tragedia divenuta simbolo della lotta di Sea Shepherd contro la devastazione degli oceani. Una rete di monitoraggio sempre più estesa In collaborazione con le Autorità italiane competenti, l’Operazione SISO8 amplia ulteriormente il proprio raggio d’azione, rafforzando la rete di monitoraggio e intervento lungo le coste italiane.
Dalla Sicilia e dalla Calabria, passando per Campania, Lazio, Toscana e fino alla Liguria, la flotta di Sea Shepherd – operativa grazie a protocolli d’intesa specifici – pattuglia in modo continuativo le aree sensibili, contrastando il bracconaggio, l’utilizzo di reti derivanti illegali (i cosiddetti “muri della morte”), trappole abusive per polpi e il diffuso fenomeno dei FAD.
Questi ultimi, costituiti da lunghi fili di plastica ancorati al fondale e collegati a teli o fogli galleggianti, fungono da attrattori di pesce e facilitano una pesca intensiva e non selettiva, causando anche la cattura accidentale di specie non bersaglio. Un impegno condiviso per la legalità e la tutela ambientale Grazie al sostegno di donatori e sostenitori, anche per il 2025 Sea Shepherd Italia sarà presente in mare con le proprie imbarcazioni e a terra con i suoi volontari, operando a stretto contatto con le Autorità per supportare le attività di contrasto al bracconaggio, documentare le violazioni e contribuire alla rimozione degli attrezzi da pesca illegali. Sea Shepherd desidera esprimere il proprio sincero ringraziamento alla Guardia Costiera e a tutte le istituzioni coinvolte per la collaborazione e il costante impegno nella protezione del nostro patrimonio marino. «Il recupero di una rete derivante illegale da parte di Sea Shepherd nel Mar Ionio conferma l’urgenza di tutelare cetacei vulnerabili come capodogli e zifi. Episodi come questo rafforzano l’importanza del progetto PRIN DIVES, che studia l’ecologia dei cetacei deep-divers nel Mediterraneo centrale attraverso tecnologie avanzate e approcci non invasivi, per garantire la loro conservazione.» Stazione Zoologica Anton Dohrn