Utilizziamo i cookie per abilitare e migliorare le funzionalita' del sito web, servire contenuti per voi piu' pertinenti, ed integrare i social media. E' possibile rivedere la nostra privacy policy cliccando qui e la nostra cookie policy cliccando qui. Se chiudi questo avviso, acconsenti all'utilizzo dei cookie. Per modificare le impostazioni dei cookies clicca qui

SEI GIA' REGISTRATO? EFFETTUA ADESSO IL LOGIN.



ricordami per 365 giorni

HAI DIMENTICATO LA PASSWORD? CLICCA QUI

NON SEI ANCORA REGISTRATO ? CLICCA QUI E REGISTRATI !

Greenpeace denuncia:le scorie del nuovo reattore EPR sono 7 volte più pericolose

print08 febbraio 2009 00:13
European Pressurised Reactor - EPR

European Pressurised Reactor - EPR

(AGR) Le scorie nucleari prodotte dal nuovo reattore francese EPR (European Pressurised Reactor), reattore di punta dell'industria nucleare francese, saranno fino a sette volte più pericolose di quelle prodotte dagli altri reattori commerciali, aumentando i costi e i rischi per l'ambiente e la salute. È quanto rivela Greenpeace, che ha fatto la scoperta cercando tra i documenti di Nagra, l’associazione nazionale svizzera per lo stoccaggio delle scorie nucleari, e soprattutto nella valutazione di impatto ambientale preparata da Posiva, la compagnia responsabile della gestione dei residui di quello che sarà il primo reattore EPR realizzato, quello in costruzione a Olkiluoto, in Finlandia.

In pratica, il reattore EPR produrrebbe una quantità maggiore di un isotopo chiamato Iodine -129, che renderebbe le scorie 7 volte più pericolose. Lo Iodine -129 ha infatti un emi-vita, ossia il tempo in cui la sua radioattività si dimezza, di 160 milioni di anni, ma anche dopo quel periodo resta pericoloso. "Per dare un termine di paragone – sottolinea il comunicato di Greenpeace – l’uomo ci ha messo 5 milioni di anni ad evolversi dalla scimmia. Noi come specie non abbiamo la tecnologia capace di stoccare questo rifiuto altamente pericoloso per una simile durata temporale.">

Il funzionamento dell´Epr - per semplificare - prevede che il combustibile nucleare venga sfruttato più a fondo e rimanga per molto più tempo nel reattore: Secondo Greenpeace "questo implica un´usura ("burn-up") e, dunque, una radio-tossicità ben più importante che nei reattori attuali".

Stando a quanto dice Greenpeace quello delle scorie più radiottive sarebbe un ulteriore problema che andrebbe ad aggiungersi ai molti che la tecnologia ha finora riscontrato, rendendola ancora meno conveniente. L’European Pressurized Reactor, infatti, è particolarmente complesso da costruire e gli unici due attualmente in cantiere, quello di Olkiluoto in Finlandia e quello di Flamanville in Francia, sono stati entrambi caratterizzati da ritardi, obiezioni sulla sicurezza e costi lievitati. Il reattore francese, che per ora ha un ritardo di 9 mesi nei lavori, costerà almeno il 20% in più di quanto previsto, mentre quello finlandese, con un ritardo accumulato già di tre anni, costerà più del doppio.

Né la Francia, né la Finlandia, i due paesi in cui si stanno costruendo questi reattori, né qualche altro Paese che pensa eventualmente di acquistarlo (Gran Bretagna, Usa, Italia, India) dispongono di un sito in grado di gestire combustibili così irradiati. Anche l´impianto di La Hague di Areva, presentato come il più performante al mondo, non risolverà per nulla la gestione di queste scorie: il loro trattamento produrrà emissioni di radioelementi molto più elevate di quelle odierne. Perciò, non esiste attualmente nessuna soluzione a lungo termine per le scorie generate da questo ritrattamento.

NOTE
(1) Vedere pag 137 del documento: Posiva's Expansion of the Repository for
Spent Nuclear Fuel, Environmental Impact Assessment Report (2008)
http://www.posiva.fi/publications/Posiva_YVA_selostusraportti_en_lukittu.pdf

Technical Report 04-08, Nagra (2004).
http://www.nagra.ch/documents/database/dokumente/%24default/Default%20Folder/Publikationen/e_ntb04-08.pdf

(2) Vedere il rapporto di Greenpeace Energy [R]evolution su:
http://www.energyblueprint.info

CONTATTI
Andrea Pinchera, direttore Comunicazione Greenpeace Italia, 348.3988607
Giuseppe Onufrio, direttore Greenpeace Italia, 340.6404056

Partecipa anche tu affinche' l'informazione vera e trasparente sia un bene per tutti

 
 
x

ATTENZIONE