Greenpeace denuncia:le scorie del nuovo reattore EPR sono 7 volte più pericolose

European Pressurised Reactor - EPR
In pratica, il reattore EPR produrrebbe una quantità maggiore di un isotopo chiamato Iodine -129, che renderebbe le scorie 7 volte più pericolose. Lo Iodine -129 ha infatti un emi-vita, ossia il tempo in cui la sua radioattività si dimezza, di 160 milioni di anni, ma anche dopo quel periodo resta pericoloso. "Per dare un termine di paragone – sottolinea il comunicato di Greenpeace – l’uomo ci ha messo 5 milioni di anni ad evolversi dalla scimmia. Noi come specie non abbiamo la tecnologia capace di stoccare questo rifiuto altamente pericoloso per una simile durata temporale.">
Il funzionamento dell´Epr - per semplificare - prevede che il combustibile nucleare venga sfruttato più a fondo e rimanga per molto più tempo nel reattore: Secondo Greenpeace "questo implica un´usura ("burn-up") e, dunque, una radio-tossicità ben più importante che nei reattori attuali".
Stando a quanto dice Greenpeace quello delle scorie più radiottive sarebbe un ulteriore problema che andrebbe ad aggiungersi ai molti che la tecnologia ha finora riscontrato, rendendola ancora meno conveniente. L’European Pressurized Reactor, infatti, è particolarmente complesso da costruire e gli unici due attualmente in cantiere, quello di Olkiluoto in Finlandia e quello di Flamanville in Francia, sono stati entrambi caratterizzati da ritardi, obiezioni sulla sicurezza e costi lievitati. Il reattore francese, che per ora ha un ritardo di 9 mesi nei lavori, costerà almeno il 20% in più di quanto previsto, mentre quello finlandese, con un ritardo accumulato già di tre anni, costerà più del doppio.
Né la Francia, né la Finlandia, i due paesi in cui si stanno costruendo questi reattori, né qualche altro Paese che pensa eventualmente di acquistarlo (Gran Bretagna, Usa, Italia, India) dispongono di un sito in grado di gestire combustibili così irradiati. Anche l´impianto di La Hague di Areva, presentato come il più performante al mondo, non risolverà per nulla la gestione di queste scorie: il loro trattamento produrrà emissioni di radioelementi molto più elevate di quelle odierne. Perciò, non esiste attualmente nessuna soluzione a lungo termine per le scorie generate da questo ritrattamento.
NOTE
(1) Vedere pag 137 del documento: Posiva's Expansion of the Repository for
Spent Nuclear Fuel, Environmental Impact Assessment Report (2008)
http://www.posiva.fi/publications/Posiva_YVA_selostusraportti_en_lukittu.pdf
Technical Report 04-08, Nagra (2004).
http://www.nagra.ch/documents/database/dokumente/%24default/Default%20Folder/Publikationen/e_ntb04-08.pdf
(2) Vedere il rapporto di Greenpeace Energy [R]evolution su:
http://www.energyblueprint.info
CONTATTI
Andrea Pinchera, direttore Comunicazione Greenpeace Italia, 348.3988607
Giuseppe Onufrio, direttore Greenpeace Italia, 340.6404056