Verona, sorpreso al volante ubriaco: dovrà "lavorare" 28 giorni per l'associazione "Vittime della strada"
Sentenza-pilota destinata a fare scuola e giurisprudenza. L'uomo dopo essere stato sorpreso alla guida della sua Alfa Romeo spider con un tasso alcolemico di 1,24: «Eviterà arresto e l'ammenda di 1250 euro». Avrà anche la patente sospesa a metà


(AGR) Trovato al volante dopo aver alzato troppo il gomito, lavorerà per l’associazione Vittime della strada. Una sentenza-pilota emessa dal giudice Luciano Gorra del Tribunale di Verona e destinata a fare scuola. Una decisione che potrebbe fungere da apripista in tema di violazioni del codice della strada, nell’ottica della sensibilizzazione e della funzione rieducativa della pena.
La convenzione
Risultato: per 28 giorni l’imputato lavorerà per l’associazione Vittime della Strada sotto il controllo dei carabinieri. Eviterà così i 23 giorni d’arresto e l’ammenda, inoltre se porterà a termine positivamente le 56 ore di pubblica utilità gli verrà ridotta della metà (sei mesi anziché un anno) la sospensione della patente. Soddisfatto il commento del presidente delle Vittime della Strada: «La nostra associazione, costituita nel 2016, da anni si batte contro i più gravi reati, in particolare contro gli abusi stradali, sulle donne, sui minori, sulle persone affette da disabilità. Interveniamo costantemente nei tribunali in difesa della verità e della giustizia. Troppe volte - dichiara Alberto Pallotti - abbiamo visto sconti di pena incredibili, benefici di tutti i tipi concessi ai colpevoli. Intollerabili. Ci hanno definiti nei peggiori modi, vendicatori, giustizialisti.
«Nulla di personale coi colpevoli»
«Questa importante iniziativa è la dimostrazione che la nostra non è sete di vendetta o rivalsa- prosegue l'associazione- e che non abbiamo nulla di personale verso i colpevoli, anzi agiamo sempre per la loro rieducazione, per il loro reinserimento sociale. Siamo onorati che il giudice Gorra ci abbia considerati degni di poter agire e contribuire alla rieducazione di una persona che ha sbagliato, che ha capito i suoi errori, e farà ammenda con un servizio di pubblica utilità a favore delle vittime. È un percorso di civiltà - conclude Pallotti - una sfida affascinante per migliorare la nostra collettività».