Sanità, formazione dei cittadini e chiarezza sui costi

In questo scenario, che riguarda Europa e Stati Uniti, a che punto è la definizione di un nuovo modello di sanità italiana? Questo interrogativo, che dovrebbe spingere la politica nazionale a progettare strade impegnative ed innovative, è da alcune parti istituzionali ridotto ad una pura analisi economicistica, prospettiva di spaventosa miopia.
Al proposito in queste settimane circolano documenti più o meno ufficiali di provenienza regionale – e gran merito ha avuto il SOLE24ORE nell'anticiparli - riguardanti la definizione della nuova governance della sanità italiana e delle linee guida per un nuovo rapporto tra farmaceutica e politiche territoriali. Purtroppo questi documenti manifestano ancora una volta che l'unico ragionamento attivo in alcuni ambiti è quello di proseguire nelle alchimie sempre più minute del conto economico, che viene sezionato, limato, ridotto allo spasimo, come fosse l'ancora di salvezza di prospettive politiche colpevolmente deboli.
Ma la sanità – come ormai ricordato in tutte le sedi più autorevoli – non può essere considerato un “bancomat regionale”. Il Paese riparte se la sanità trova un modello di governance nuovo, differente, autorevole, rivolto al futuro, invece che ancorato a logiche passatiste. I primi punti imprescindibili che l'Associazione Dossetti vuole proporre al dibattito attuale sono:
1. un cambiamento di direzione prima di tutto culturale e politico: È NECESSARIO infatti sviluppare, affermare e condividere il valore della salute e della qualità della vita come valore intoccabile per la società italiana; il ruolo di terapie, farmaci, dispositivi medici, vaccini, percorsi terapeutici e cure all'interno di questo valore deve essere assicurato, garantito e non continuamente ridotto e penalizzato;
2. assicurare trasparenza e certezza delle regole, anche attraverso un reale dialogo strategico tra: Ministero dell'Economia, Ministero della Salute, Conferenza Stato-Regioni;
3. avviare una chiara politica di prevenzione, con stanziamento di fondi certi e superiori agli attuali (l'Italia è oggi ultima in Europa nella “classifica” degli investimenti di settore), in grado di diffondere, radicare ed assicurare una cultura della salute che generi benessere in ogni età della popolazione, prevenendo patologie e cronicità; in questo modo si generano, come evidente, risparmi cospicui nel medio-lungo periodo;
4. avviare un reale sistema di controllo e verifica della spesa sanitaria nel suo complesso.