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Ostia, ripascimento morbido o duro? quale metodo utilizzerà la Regione?

printDi :: 15 gennaio 2020 23:36
Ostia, ripascimento morbido o duro? quale metodo utilizzerà la Regione?

(AGR) Il mistero del ripascimento e del futuro metodo di intervento per la ricostruzione degli arenili del litorale romano passa da “duro” con l’utilizzo di barriere soffolte a “morbido” come unica soluzione e con l’accettazione dei processi erosivi che trasformano la linea di costa. La questione della ricostruzione degli arenili di Ostia levante per la quale la Regione aveva già stanziato 5-6 milioni di euro per realizzare il progetto del prof. Leopoldo Franco che, su incarico dei balneari, aveva studiato la linea batimetrica del litorale romano sentenziando che l’unica soluzione fosse proprio quella delle barriere soffolte a difesa della costa. Intervento che poi avrebbe dovuto essere completato con riporti parziali sulle spiagge più erose. Sul futuro intervento della regione oramai è mistero. I 400 metri lineari di costa ricostruiti in questi giorni con la draga hanno riportato la battigia a 10-15 metri dalle strutture murarie dell’impianto. Una barriera, però, secondo i balneari che durerà poco, al massimo un anno. Intanto, Francesco Vitolo, presidente della Commissione ambiente del municipio sulla sua pagina face book sponsorizza il ripascimento morbido.

“Si leggono sui media locali "buone nuove" su azioni di ripascimento morbido delle spiagge, a ristoro dei fenomeni erosivi causati dalle ultime mareggiate su specifici tratti di costa del nostro litorale. – esordisce Vitolo -  Attività per certi versi nuove perché si entra sempre più nell'ottica che barriere rigide per trattenere la sabbia delle spiagge non sono la soluzione migliore sul nostro litorale in quanto sebbene migliorative a livello locale spostano i fenomeni erosivi in altri tratti di costa vicinali.

 
Vanno quindi considerati come limiti con cui convivere, il mancato apporto di sedimenti del fiume Tevere e la rigidità della linea di costa urbanizzata che non consente l'arretramento delle infrastrutture a favore dei naturali fenomeni togli e metti metri di spostamento della linea di costa. Fenomeni, é bene ricordarlo, assolutamente naturali e solo da noi percepiti come negativi perché erosivi di nostri supposti diritti di utilizzo dell'arenile a misura d'uomo. L'unica strada possibile é quindi quella del ripascimento morbido che prevede nel nostro caso lo spostamento di masse di sabbia dal fondo marino, ovvero, dalla foce del canale dei pescatori sulle spiagge tramite mezzi meccanici tipo draghe marine. Attività che assumono a livello di pianificazione dei costi una connotazione di spesa ordinaria annuale e non più come fatto fino a oggi, intervento una tantum di tipo straordinario.  (E quindi, dovremo abituarci a ricostruzioni periodiche degli arenili, magari rispolverando la vecchia proposta dei balneari che si erano resi disponibili ad opere di manutenzioni annuali). Il costo andrebbe quindi coperto tramite i ricavi delle relative attività balneari e in tal senso si dovrà lavorare anche sul nuovo PUA. Criticità restano nell'impatto ambientale sulla vita marina causato dallo spostamento di materiale, sopratutto in merito alla corretta individuazione delle aree di prelievo delle sabbie”.

Sul tema troviamo anche, tra i commenti al post di Vitolo, il parere di un “tecnico” del settore: “….da tecnico della materia, avrei moltissimi dubbi. Un ripascimento morbido e soprattutto effettuato in autunno - inverno, quando il mare ha la tendenza naturale già di effettuare l’azione del ripascimento in senso di asportazione e non apporto del sedimento, non ha assolutamente senso. Anche continuare con ripascimento con barriere sommerse longitudinali (primo esempio nel 1988 realizzato nel 90 ad Ostia centro) ormai è superato da tecniche innovative di cui si hanno ottimi risultati in provincia di Latina (Sabaudia e Terracina) o in altre regioni italiani o all’estero. Poi ovviamente bisogna considerare L’Unità fisiografica nel quale quel breve tratto (principalmente Ostia Levante) è incluso e non soffermarsi solo su quei pochissimi metri. Inoltre, gran parte dell’erosione costiera per Ostia Levante è dipesa proprio dal Canale dei Pescatori che intercetta e trattiene gran parte del poco trasporto solido longitudinale derivante dal nastro trasportatore (Tevere) che ha originato le spiagge del litorale romano”.

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