DL CAIVANO: Romano (SIULP), decreto governo segna presa di coscienza della politica del degrado delle periferie
Nuove misure utili per repressione, ma inutili senza interventi sociali e idonei investimenti sulla sicurezza
(AGR) Sulla sicurezza, il SIULP lo dice da tempo nella disattenzione generale della politica, non esistono scorciatoie e non vi sono norme repressive che, da sole, possono risolvere il problema del degrado e della devianza giovanile se non sono accompagnate da misure preventive di intervento sul sociale e sulla formazione alla legalità che, contestualmente, offrano ai giovani prospettive di un futuro diverso da quello che vivono, anzi subiscono, negli ambienti degradati di alcune periferie nelle quali vivono. È pur vero però, e la storia ce lo insegna, che l’immobilismo o la politica dello struzzo, come sinora abbiamo registrato su queste vicende, sicuramente non portano a nulla di buono se non a far incancrenire sempre di più il degrado e le forme di criminalità che intorno ad esso si generano con l’esasperazione dei cittadini perbene.
Sinora, come spesso accade nel nostro Paese, il tutto si è consumato sotto lo sguardo disattento della politica che, nonostante il grido di allarme lanciato dal SIULP sulla base delle esperienze quotidiane maturate dai poliziotti nell’espletamento del loro servizio, nessuno si è mosso per cercare di proporre una soluzione a queste tragedie. Forse perché si consumavano ai margini dei migliori salotti senza infastidirli.
Solo oggi, dopo che si sono consumate tragedie come quella di Napoli, Modena e Caivano e sono iniziate, per l’esasperazione che i cittadini vivono a causa della insoddisfacente risposta complessiva dello stato, nonostante l’impegno riconosciuto alle Forze di polizia, nonché le assurde, brutali e riprovevoli azioni di giustizia fai da te come quelle avvenute, solo nelle ultime settimane, a Ostia, al Pantheon e per ultimo nella zona Quarticciolo di Roma, finalmente la politica ha preso coscienza della gravità della situazione e ha cominciato a dare risposte concrete. Non esaustive, ma concrete.
Così in una nota Felice ROMANO, Segretario Generale del SIULP commenta il varo del decreto legge c.d. Caivano che contiene le nuove misure di contrasto alla criminalità diffusa, alla devianza giovanile e al degrado delle periferie.
Dal niente, sottolinea Romano, che sinora era stata l’unica risposta data negli ultimi anni a queste situazioni, all’attuale testo del decreto varato ieri, che intanto dà il segnala di una presa di coscienza da parte della politica e del governo che il problema esiste e va affrontato, sicuramente un passo importante in avanti c’è stato. Certo, come sottolineato dallo stesso esecutivo nella conferenza stampa di presentazione del provvedimento, sono consapevoli che questa misura non sarà risolutiva anche perché vi è la necessità di intervenire sul piano sociale e culturale, a partire dalla formazione e dall’educazione alla legalità, per porre le basi che potranno consentire di arginare se non debellare questa piaga. Testimonianza positiva ne è lo stanziamento di 30 milioni di euro per cominciare il recupero dell’area con la piscina e l’apertura di un presidio delle Fiamme Oro della Polizia di Stato che potranno consentire ai giovani di avere un luogo di aggregazione sicuro e presidio di legalità oltre che di opportunità per il futuro.
Così come lo è l’aumento immediato dell’organico del Commissariato competente per territorio di 20 unità. Anche se questo è avvenuto, al momento, a costo zero atteso che sono stati trasferiti da altri uffici nei quali già lavoravano.
Ecco perché, come SIULP, diciamo che dal niente che avevamo sino a ieri a questo provvedimento appena varato sicuramente inizia un percorso che può dare delle risposte immediate e positive in attesa di intervenire sul piano sociale e culturale dove i tempi di realizzazione sono più complessi e lunghi.
Ma per giungere ad un’azione complessiva e positiva, conclude Romano, occorre, come ben sottolineato dal Ministro Piantedosi, investire sulla sicurezza in modo concreto e non a chiacchiere o, peggio ancora, facendo tagli sui capitoli che necessitano per il suo funzionamento. Per questo ci aspettiamo, e l’incontro richiesto alla premier Meloni sarà la sede appropriata per verificare se l’esecutivo sulla sicurezza vuol fare solo propaganda o cose concrete, che ora alle parole e alle promesse seguano fatti concrete e non le solite promesse elettorali.