Italia divisa in due, al nord pioggia e ghiaccio, al sud siccità e caldo
La denuncia dell'ANBI dinanzi ahgli ennesimi disastri provocati dai mutamernti climatici. Urgno scelte concrete per migliorare l'assetto idraulico del territorio, nelle attuali condizioni l'agricoltura non può resistere.
(AGR) Le abbondanti piogge dei giorni scorsi sembrano avere messo positivamente fine alle attuali preoccupazioni sullo stato delle risorse idriche nel Nord Italia; ancora una volta, però, l’andamento non è omogeneo a conferma della necessità di incrementare le infrastrutture idrauliche del Paese (Piano degli Invasi, in primis) per trattenere le acque, riducendo il rischio idrogeologico e creando riserva idrica per i momenti di bisogno.
“In vista delle scadenze per accedere ai grandi finanziamenti previsti dal Recovery Fund, mercoledì 9 Settembre – anticipa Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – presenteremo ufficialmente e consegneremo virtualmente al Governo il nostro contributo di progetti definitivi ed esecutivi per migliorare l’assetto idraulico del territorio.”
Andamento idrologico sostanzialmente confermato nel Centro Sud con le portate dei fiumi Liri Garigliano (nel Lazio) e Volturno (in Campania) inferiori allo scorso anno, diversamente invece dal Sele. Nell’estate 2020, Giove Pluvio si scorda, invece, di Basilicata e Puglia, dove non piove significativamente da mesi ed i bacini si abbassano ogni giorno rispettivamente di 2 milioni e di 1 milione di metri cubi (il deficit lucano sullo scorso anno è di circa 49 milioni di metri cubi, mentre quello pugliese supera gli 81 milioni).
“La stagione irrigua ormai volge al termine, ma la preoccupazione per il Sud è già rivolta agli anni a venire – osserva Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI - Le riserve idriche largamente deficitarie trattenute negli invasi meridionali rappresentano un pesante fardello per le prossime stagioni agricole, il cui bisogno d’acqua, a causa dei cambiamenti climatici, inizierà già con i primi mesi dell’anno. Considerando che la gran parte dei laghi artificiali sono a riempimento pluriennale, è quantomai necessario accelerare l’iter per l’utilizzo di risorse aggiuntive, che deriverebbero, ad esempio, dall’infrastrutturazione del bacino di Campolattaro in Campania o dagli accordi fra le Regioni Puglia e Molise. Sono interventi, su cui ormai esiste un largo consenso; sollecitiamo l’avvio delle necessarie procedure, perché i cicli colturali non possono aspettare.”