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INCHINO AL TRICOLORE

La bandiera in tempo di pandemia

printDi :: 20 gennaio 2022 11:53
Uff. Dott.ssa Lucrezia Di Giamberardino

Uff. Dott.ssa Lucrezia Di Giamberardino

(AGR) INCHINO AL TRICOLORE

Uff. Dott.ssa Lucrezia Di Giamberardino

 
Rimarranno nei miei occhi quei balconi imbandierati con le famiglie affacciate alle finestre ed ai terrazzini. Famiglie prive di abbracci e di baci, di scambi e contatti fisici, con l’unico obiettivo di potersi guardare dentro e sperare di non cadere nella trappola di un C-PAP.

Ma tutti, dico tutti, qualcosa che ci univa lo avevamo e lo abbiamo esposto lì, eccoci, guardate tutti, qualcosa ci ha mantenuto in una identità comune che non ci ha fatto perdere il concetto di “Insieme”. E quanto abbiamo rischiato che questo accadesse!

Eppure, quelle bandiere erano lì ad attendere che arrivasse quell’ora …ad attendere che ci affacciassimo e che tutti, insieme, guardando le strade vuote sotto di noi e respirando il silenzio della città, davanti a quei tre fatidici colori, potessimo cantare a voce alta l’Inno della nostra Nazione.

Quei tre colori ci hanno accompagnato ricordandoci il bianco delle terapie intensive, il verde dei camici dei medici, il rosso di tutti quei cuori che hanno sperato e di alcuni che hanno smesso di sperare. 

I tre colori che raccontano il fascino di una scelta cromatica: il bianco e il rosso ispirati al modello francese come simbolo di libertà e indipendenza, e il verde alla casata sforzesca come simbolo di appartenenza alla futura Patria.

Quei colori che hanno fatto sentire, in tutte le battaglie che hanno accompagnato, il profumo e la nostalgia dei nostri prati, il candore, la durezza e la delicatezza della neve, il sangue degli italiani, quei colori che hanno smosso letterati e scrittori: Carducci ricorda “le nevi delle alpi, l’aprile delle valli, le fiamme dei vulcani” e Dante la fede, la speranza e la carità.

Ma Tu sei anche il silente testimone di ogni grande fenomeno collettivo e di ogni grande emozione collettiva, fosse essa negativa o positiva. Ti stringi intorno al lutto di vittime ed eroi, ma sei anche un grande grido di gioia: “Italia Campione del Mondooooo…”

E ti distendo sopra una bara, ma ti dipingo anche sulle mie mani e sul mio volto, ti sventolo felice fuori dalle macchine e dai pullman, per le strade, sui terrazzi, nel cielo. Esulto al tuo cospetto…nella gioia e nel dolore.

Accompagnaci Bandiera in tutte le gioie e le difficoltà della vita, quelle che ci accomunano, che non ci fanno sentire né giovani né anziani, ma vivi, uguali. E mai soli.

Hai visto grandi e piccole vittorie, battaglie, guerre, pandemie. Sei stata vessillo di mille lotte e mille conquiste e sei morbida e setosa per ammantarci ed avvolgerci, per ricordarci gli abbracci, ora che non ci sono più.

Il tuo tessuto si è mille volte sgualcito e riempito di emozione e commozione, ma il tuo è un tessuto che si può lavare e stirare e il nostro cuore lo ha fatto mille volte per poi farti sventolare di nuovo; ancora un simbolo: la rinascita. Un infinito adattarsi e ricordarci che Tu sei sempre lì e non ci abbandoni e non sei diversa e più o meno bella se sei vicino ad un povero o ad un Re, sempre quella, la mia Bandiera, la nostra Bandiera.

Ti porto infinito rispetto, rispetto la forma e gli obblighi del Cerimoniale che ti caratterizzano. Tu, simbolo pari grado con gli altri simboli dello Stato: l'Inno nazionale, il Presidente della Repubblica, il Milite Ignoto.

E così, quando Presidente e Bandiera s'incontrano, si inchinano l'Uno verso l'Altra, riconoscendosi reciprocamente. Mentre, sempre simbolicamente e sempre per obblighi formali, quando le altre autorità ti salutano non ricevono da te risposta, perché sono tutti di “rango a Te inferiore”.

Eppure, in questa tua formale grandezza, nel tuo silenzio loquace, ciò che spicca di più è la tua travolgente sostanza. Combini alle certezze ed incertezze del presente l’esperienza del passato e la speranza del futuro.  Con autorità ed autorevolezza ci fai sentire tutti, proprio tutti, bambini giovani adulti o anziani, tuoi devoti figli.

Così anch’io oggi, 7 gennaio 2022, vorrei poter parlare di te a tutti, anche a chi ancora poco ti conosce e/o riconosce.

E con immensa fedeltà e forza d’animo, mi inchino a te, brillante Tricolore, mia Madre Bandiera.

 

Uff. Dott.ssa Lucrezia Di Giamberardino

Corte dei conti – Roma dal 1979 al 2021 Funzionario Coordinatore Tecnico - 3F5 -

Laurea in Scienze Giuridiche - Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Macerata

Diploma di Master universitario di perfezionamento post-laurea “Manager della Sicurezza” Abilitazione al ruolo di Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione - LUMSA - Roma

Diploma Liceo classico - Diploma Costruzioni Ambiente e Territorio (Geometra)

Abilitazione al ruolo di Coordinatore della sicurezza in fase di Progettazione ed Esecuzione

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