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Marketing telefonico: il massacro autorizzato

Ancora nel cassetto del Ministero dello Sviluppo Economico il DPR che tutela i consumatori italiani dalle aggressioni quotidiane dei call center

printDi :: 09 dicembre 2020 09:29
Marketing telefonico: il massacro autorizzato

(AGR) Nel febbraio del 2018, quindi nell’anno del recepimento della nuova privacy a livello europeo Regolamento UE 679/2016 e, nello stesso anno in cui entrava in vigore la L. 5/2018 che regolava il Registro delle opposizioni, la legge assegnava ad un DPR il compito di regolare un nuovo assetto del Registro delle opposizioni entro il 5 maggio dello stesso anno.

Nel mese di gennaio del 2020 era stato proposto uno schema di DPR che integrava totalmente il vecchio Registro delle opposizioni con le nuove disposizioni della L.5/2018 che era stato anche approvato per far debuttare il Registro delle opposizioni in tutta fretta al fine di consentire ai titolari di linee telefoniche mobili, lo scudo contro le chiamate pubblicitarie indesiderate.

 
Teoricamente perciò dal si 1 dicembre ultimo scorso si prevedeva il formale debutto.

Purtroppo il provvedimento non solo non ha superato il vaglio del Consiglio di Stato per ben due volte ma addirittura se ne sono perse le tracce, continuando così a incoraggiare le società di marketing telefonico a comportarsi come sempre non tenendo conto della privacy e della riservatezza delle persone.

Ciò comporta che in pratica le chiamate pubblicitarie avranno ancora l’alibi delle mancate opposizioni e quindi gli squilli saranno ancora tanti.

Tante rassicurazioni sono venute dal Ministero dello Sviluppo Economico asserendo che il provvedimento è stato trasferito al Dipartimento degli affari giuridici e legislativi di Palazzo Chigi, e, al tempo stesso è stato chiesto al Garante della privacy un ulteriore parere sui rilievi sollevati per ben due volte dal Consiglio di Stato.

Insomma,il provvedimento è ancora allo stato semi embrionale e ancora nelle mani del Ministero dello Sviluppo Economico e, i consumatori ancora alla ricerca di una tutela che quando arriverà sarà sempre troppo in ritardo rispetto ai nostri Paesi europei. 

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