Utilizziamo i cookie per abilitare e migliorare le funzionalita' del sito web, servire contenuti per voi piu' pertinenti, ed integrare i social media. E' possibile rivedere la nostra privacy policy cliccando qui e la nostra cookie policy cliccando qui. Se chiudi questo avviso, acconsenti all'utilizzo dei cookie. Per modificare le impostazioni dei cookies clicca qui

SEI GIA' REGISTRATO? EFFETTUA ADESSO IL LOGIN.



ricordami per 365 giorni

HAI DIMENTICATO LA PASSWORD? CLICCA QUI

NON SEI ANCORA REGISTRATO ? CLICCA QUI E REGISTRATI !

Confeuro: Le zone a forte vocazione agricola e turistica dovrebbero essere escluse dalla lista delle aree adatte ad accogliere i rifiuti radioattivi

Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. Con mesi di ritardo, i ministeri competenti hanno dato il nulla osta per la pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee.

printDi :: 08 gennaio 2021 12:40
smaltimento di rifiuti radioattivi

smaltimento di rifiuti radioattivi

(AGR) Le zone a forte vocazione agricola e turistica dovrebbero essere escluse dalla lista delle aree adatte ad accogliere i rifiuti radioattivi – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. Con mesi di ritardo, i ministeri competenti hanno dato il nulla osta per la pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee. Tra queste ci sono anche territori che hanno nell’agricoltura e nella ricettività i loro punti di forza. Mentre si invoca un’agricoltura sempre più rispettosa dell’ambiente, la nuova mappa per i depositi delle scorie nucleari desta comprensibile preoccupazione. 

Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro

Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro

Con l’avvio della fase di consultazione, gli enti locali hanno 60 giorni per dimostrare che il loro territorio è inadatto per lo stoccaggio. Per di più, il processo dovrebbe concludersi mentre siamo ancora in emergenza -  continua Tiso. E’ facile prevedere che assisteremo a un braccio di ferro tra le amministrazioni locali per evitare di ospitare i depositi, mentre è auspicabile che si trovino soluzioni il più possibile condivise che minimizzino l’impatto nelle zone prescelte.

 
Più in generale, il problema dello smaltimento di rifiuti di questo tipo dovrebbe spingere politici e amministratori a interrogarsi sull’opportunità di abbandonare tecnologie e modelli di sviluppo che appaiono ormai superati. Se certe tecnologie sono in grado di produrre benefici a breve termine, generano al tempo stesso una serie di problemi e di possibili danni che rischiano di far diventare negativo il bilancio complessivo per l’intera comunità. Preoccupa ancor di più che a farne le spese possa essere l’agricoltura, un settore che può diventare un pilastro della rinascita del Paese e il principale motore dello sviluppo sostenibile.

Partecipa anche tu affinche' l'informazione vera e trasparente sia un bene per tutti

 
 
x

ATTENZIONE