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Black Friday: Unc, per i commercianti nulla è perduto

Le vendite del Black Friday sono compere di Natale anticipate. Secondo i dati Istat elaborati dall'Unione Nazionale Consumatori, le vendite di novembre non determinano, in media, un aumento delle vendite complessive, ma solo un spostamento delle vendite.

printDi :: 26 novembre 2020 16:51
Black Friday: Unc, per i commercianti nulla è perduto

(AGR) Le vendite del Black Friday sono compere di Natale anticipate. Secondo i dati Istat elaborati dall'Unione Nazionale Consumatori, le vendite di novembre non determinano, in media, un aumento delle vendite complessive, ma solo un possibile spostamento delle vendite da dicembre a novembre. Un anticipo dei regali di Natale che, però, si è verificato nel 2018 ma non, ad esempio, nel 2019. "Le associazioni di commercianti non devono preoccuparsi per le restrizioni del Dpcm del 3 novembre e le disparità di condizioni tra negozi tradizionali e gli operatori dell'on-line, se comunque, prima di Natale o addirittura dopo il 3 dicembre, il nuovo Dpcm consentirà spostamenti liberi e una riapertura delle attività. C'è ancora spazio per recuperare. Il Black Friday, infatti, è un'occasione per anticipare i regali di Natale. Ma visto che non si può ancora circolare liberamente e gli esercizi commerciali presenti all'interno dei centri commerciali sono chiusi nei giorni festivi e prefestivi, allora è possibile che gli acquisti ora difficoltosi vengano posticipati a dicembre. Insomma, nulla è già perduto" afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

Secondo lo studio dell'associazione che ha analizzato i dati Istat delle vendite al dettaglio, quando il Black Friday ha avuto molto successo, come nel 2018, i gruppi di prodotti che hanno registrato i maggiori incrementi nelle vendite poi, a dicembre, hanno avuto un contraccolpo. Viceversa, quando nel 2019 il Black Friday è stato un semi-flop, per Natale le vendite hanno avuto un positivo rimbalzo. Insomma, se novembre va male, c'è sempre dicembre.

 
Così le Calzature che a novembre 2018 salgono del 4,4%, collocandosi al 2° posto dei rialzi annui di quel mese, a dicembre scendono addirittura del 2,4%. Sommando le vendite dei 2 mesi si registra una variazione quasi nulla rispetto all'anno precedente: +0,7%. Insomma, alla fine le vendite complessive delle calzature non sono aumentate grazie al Black Friday, ma si è solo anticipato l'acquisto. Viceversa, nel 2019, a novembre salgono solo dello 0,7%, ma poi decollano a dicembre con +6%, il rialzo più consistente del mese. Un andamento diametralmente opposto rispetto all'anno prima.

Le Dotazioni per l'informatica che nel Black Friday del 2018 salgono del 4,3% su base annua, 3° miglior performance, il mese dopo scendono dello 0,4%. Viceversa, nel 2019, durante il Black Friday la variazione è solo dell'1,1% mentre a Natale si eguaglia il record delle calzature con +6%.

Gli Elettrodomestici, radio, televisori e registratori segnano a novembre 2018 il primato delle vendite con +12%, poi a dicembre scendono dello 0,8%, mentre nel 2019 succede l'opposto: calano dello 0,2% a novembre e salgono del 2,3% a dicembre.

Il totale delle vendite non alimentari ha un analogo andamento: +1,9% e -1,1% rispettivamente a novembre e dicembre 2018 e +0,2% e +1,4% negli stessi mesi del 2019.

Per gli acquisti in sicurezza, sempre che l'emergenza Covid consenta l'apertura dei negozi, ecco un vademecum ad hoc con le giuste precauzioni da adottare, anche alla luce delle ultime disposizioni del Dpcm 3 novembre 2020 relative al commercio al dettaglio:

1)      Ingresso. Non entrate nei negozi che non hanno il detergente per la disinfezione delle mani all'ingresso del negozio. Controllate anche se ci sono guanti "Usa e getta" a disposizione dei clienti. Nel caso di acquisti con scelta in autonomia e manipolazione del prodotto da parte del cliente, infatti, il Dpcm prevede che deve "essere resa obbligatoria la disinfezione delle mani prima della manipolazione della merce. In alternativa, dovranno essere messi a disposizione della clientela guanti monouso da utilizzare obbligatoriamente".

2)      Occhiata all'interno. Date un'occhiata all'interno prima di entrare. Gli accessi dovrebbero essere regolamentati e dilazionati in modo da evitare assembramenti e assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra i clienti. Per locali fino a quaranta metri quadrati può accedere una persona alla volta, oltre a un massimo di due operatori. Se, quindi, vedete assembramenti, state alla larga, come minimo fino a che non viene meno la ressa (che è comunque un indice del fatto che in quel negozio non si stanno rispettando le buone prassi, quindi, se decidete di entrare lo stesso, prestate più cautela). In ogni caso, è obbligatorio esporre all'ingresso un cartello che riporti il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente nel locale e dovrebbero esserci le informazioni per garantire il distanziamento dei clienti in attesa di entrata. Se non ci sono, è un brutto segnale.

3)      Temperatura. Non è un obbligo la rilevazione della temperatura. Il Dpcm del 3/11/20 prevede che per "supermercati e centri commerciali, potrà essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l'accesso in caso di temperatura > 37,5 °C"). In ogni caso, la rilevazione della temperatura è indice di serietà del negozio.

4)      Mascherine. Non entrate se il commerciante non indossa la mascherina, è obbligatoria. Anche i consumatori devono averla. Secondo l'ultimo Dpcm, infatti, va indossata nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private, quindi anche nei negozi, e in tutti i luoghi all'aperto a eccezione dei casi in cui, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi. Il consiglio, però, è di indossarla sempre e comunque.

5)      Quale mascherina e come? Meglio se FFP2. Anche la chirurgica può bastare, se mantenete il distanziamento di minimo 1 metro. L'importante è indossarla bene, coprendo naso e bocca (non è una sciarpa!), ben aderente al volto (preferibile, quindi non avere la barba, specie se folta), stringendo bene il ferretto superiore sul naso e portando la parte inferiore sotto il mento. Una volta indossata, possibilmente dopo essersi disinfettati e/o lavate le mani per 60 secondi e prima di uscire di casa, non toccate più la mascherina fino al vostro rientro. Se siete costretti a riposizionarla, toccate solo gli elastici, altrimenti dovete prima rilavarvi le mani o disinfettarle. Non mettete la mascherina in tasca e non appoggiatela su mobili o ripiani.

6)      Disinfettate le mani sia quando entrate in negozio sia quando uscite.

7)      Utilizzate i guanti monouso messi a disposizione dei clienti, se ci sono. L'ISS, infatti, suggerisce ai commercianti che sarebbe meglio se il cliente entrasse nel negozio senza guanti, utilizzando invece quelli monouso forniti dall'esercente, per essere sicuri che siano puliti.

8)      Prova dei capi: verifica preventiva. Il commerciante dovrebbe impedire il contatto con la merce esposta da parte del cliente senza guanti. Se non fa rispettare questa regola, meglio non provare gli abiti e stare alla larga. I dispenser con gel idroalcolici dovrebbero stare anche all’ingresso delle cabine di prova. L'Iss suggerisce al commerciante, come possibile ulteriore precauzione, di non mettere a disposizione del cliente i capi provati nella stessa giornata, lasciandoli in ambiente ventilato e comunque non umido. Se, quindi, vedete che un capo appena indossato da un altro cliente viene subito esposto, meglio storcere il naso.

9)      Prova dei capi. E' possibile che non vi diano la possibilità di provare il capo. Non c’è mai stato l’obbligo di far provare gli abiti. E’ sempre stato rimesso alla discrezionalità del negoziante. In passato consigliavamo di diffidare di questi commercianti, ma non questa volta (può essere indice di serietà). In ogni caso, l'Iss di sanità suggerisce ai commercianti di vietare la prova degli abiti che possano entrare in contatto con il viso (ad esempio maglioni o altri capi che vengono infilati dalla testa) rappresentando questa pratica un valido strumento per limitare la probabilità di eventuale contaminazione degli indumenti. Bene saperlo!

10)  Carta di credito. Meglio pagare con carta di credito e non con contanti, così da non avere resto. Sul sito del ministero della Salute, infatti, suggeriscono di lavarsi le mani dopo aver utilizzato soldi.

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