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Oggi 2 febbraio, Giornata mondiale delle zone umide

WWF proprio oggi la Convenzione di Ramsar compie 50 anni: un traguardo importante, che l’ha portata a proteggere più di 2000 zone umide in tutto il mondo, per una superficie di oltre 2 milioni e mezzo di chilometri quadrati

printDi :: 02 febbraio 2021 17:39
oasi Orbetello (foto Marcone WWF)

oasi Orbetello (foto Marcone WWF)

(AGR) Alcune sono scenografiche lagune a pochi metri dal mare. Altre a prima vista potrebbero sembrare acquitrini abbandonati, pieni di zanzare e acque dai colori poco invitanti. Eppure le zone umide hanno una funzione fondamentale perché ci riforniscono di acqua potabile, catturano sostanze tossiche, ci difendono da alluvioni e inondazioni e contrastano il cambiamento climatico, catturando ingenti quantità di carbonio. Nonostante questo, sono tra gli ecosistemi più a rischio del Pianeta. Per questo motivo, il 2 febbraio 1971 è stata firmata nell’omonima città dell’Iran la Convenzione di Ramsar, che è il primo accordo globale tra 168 Paesi finalizzato alla tutela delle zone umide, attraverso azioni di conservazione e protezione, il cui scopo è anche quello di promuoverne l’uso sostenibile e di incoraggiare le ricerche, gli scambi di dati e le pubblicazioni relativi alla loro flora e fauna.
 
Oggi la Convenzione di Ramsar compie 50 anni: un traguardo importante, che l’ha portata a proteggere più di 2000 zone umide in tutto il mondo, per una superficie di oltre 2 milioni e mezzo di chilometri quadrati, un’area grande quanto il Messico.
Le zone umide sono ambienti naturali caratterizzati dalla presenza di acqua: da paludi ad acquitrini, da laghi a fiumi, da delta a lagune, torbiere e bacini anche artificiali. Queste aree rappresentano ecosistemi importantissimi e custodiscono habitat fondamentali per tantissime specie di pesci, anfibi e uccelli acquatici, molti dei quali si fermano in questi spazi nel corso delle loro attività migratorie.
 

RAMSAR IN ITALIA

 
L’Italia ha recepito la Convenzione di Ramsar nel 1976 attraverso il DPR 13 marzo 1976 n.448 e con un altro decreto successivo, il DPR 11 febbraio 1987 n.184. Al momento nel nostro paese sono stati riconosciuti 53 siti e fra questi ci sono anche le Oasi WWF di Orbetello, Burano, Le Cesine, Bolgheri, Torre Guaceto e Lago di Angitola.  Nonostante questo, nell’ultimo secolo il 64% delle zone umide del nostro Paese è stato distrutto, il 41% dei fiumi italiani presentano uno stato di conservazione inadeguato e l’80% dei nostri laghi non presenta un buono stato ecologico come previsto dalle norme Europee: segno che c’è ancora tantissima strada da fare per difendere il nostro capitale naturale.

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oasi Macchiagrande (foto Marcone WWF)

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