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Marsiglia, in vendita pizze con i nomi di boss e magistrati uccisi

Tirrito (Cogi): Oltrepassato il limite. I martiri vanno onorati, non usati per scopi commerciali”. Siamo oltre la libertà d’impresa perché l’utilizzo di icone mafiose è un pessimo segnale per le nuove generazioni, e quello di vittime della mafia è una caduta di stile totalmente irrispettosa

printDi :: 14 marzo 2022 22:17
pizza napoletana

pizza napoletana

(AGR) A Marsiglia proposte pizze con nomi di boss e magistrati. Tirrito: “Oltrepassato il limite. I martiri vanno onorati, non usati per scopi commerciali” “Usare il nome di un giudice assassinato dalla mafia per farlo diventare una pizza da servire a tavola è disgustoso. Si è passato il limite della decenza; solo a guardare quelle pizze viene un’intossicazione… morale. Accade a Sanary Sur Mer, in Francia, a meno di 50 chilometri da Marsiglia. Il posto si chiama “Pizzeria du quai” e la pizza dedicata al giudice ucciso a Palermo non è l’unica; se ne trovano ‘dedicate’ all’ultimo latitante stragista Matteo Messina Denaro. Le altre pizze hanno nomi di altri capimafia come Luciano Liggio, di gangster, di rapinatori come Albert Spaggiari, ma anche di personaggi cinematografici come Don Vito Corleone. In questo locale, foto di storici mafiosi appesi alle pareti.

Siamo oltre la libertà d’impresa perché l’utilizzo di icone mafiose è un pessimo segnale per le nuove generazioni, e quello di vittime della mafia è una caduta di stile totalmente irrispettosa della storia di un Paese, dei valori che lo sorreggono, delle famiglie che piangono i propri cari.

In questo caso non si può neanche parlare di satira, ma – nel migliore dei casi – di un’imperdonabile superficialità nel gestire il proprio business affondando nel dolore altrui. Non voglio neanche supporre il caso peggiore, cioè di deliberata irrisione dei nostri martiri e di inno alla violenza mafiosa. Credo che le Istituzioni debbano prendere posizione e farsi sentire a livello internazionale. L’Italia non può essere lo zimbello di altre Nazioni, la mafia non ne può essere il simbolo.

 Maricetta Tirrito, portavoce del Co.G.I., Comitato dei collaboratori di Giustizia.

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