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Anna Iozzino, un amore infinito per l'arte, la storia, la poesia e l'impegno sociale

Laureata in Storia delle Arti Visive con il massimo dei voti e la lode, Anna Iozzino è un’importante storica e critica d’arte, ha pubblicato saggi, soggetti per il cinema, racconti, poesie, favole e ricerche ex novo sulla realtà artistica contemporanea.

printDi :: 03 luglio 2021 08:36
Iozzino con Maria Cumani (moglie di Quasimodo)

Iozzino con Maria Cumani (moglie di Quasimodo)

(AGR) di Ginevra Amadio

L’incontro con Anna Iozzino avviene dal vivo, dopo mesi di isolamento è una forte emozione. Mi accoglie nella sua bella casa dove parliamo con agio, sciolte dalle rigidità che si instaurano tra sconosciuti. Resto incantata dai suoi modi, dal parlare calmo e paziente, tramato di una forza che si insinua tra le parole, nei picchi di un discorso denso di passione, di attenzione alla cultura – alla sua preservazione.

 
Laureata in Storia delle Arti Visive con il massimo dei voti e la lode, Anna Iozzino è un’importante storica e critica d’arte. Nata a Lettere (Na), dopo una lunga parentesi torinese ha eletto Ostia come città d’approdo. Un luogo del cuore, incastonato tra il mare e le bellezze della natura.

Impossibile riassumere il suo percorso, riannodare i fili di una vita così intensa. Allieva di Giovanni Grassi e di Giuliano Briganti, ha pubblicato saggi, soggetti per il cinema, racconti, poesie, favole e ricerche ex novo sulla realtà artistica contemporanea. Studiosa, autrice di pregevoli analisi artistiche, nel 1989 ha ricevuto da Giulio Andreotti e Francesco Cossiga l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica per meriti culturali.

Non basterebbe un volume a racchiudere le sue esperienze. Soprattutto non basta il racconto, la sintesi ingenerosa di tanta ricchezza. Lascio dunque a lei la parola.

Dott.ssa Iozzino, partiamo dalla sua attività. Lei ha collaborato con varie Associazioni culturali, intessendo con queste un legame profondo.

“Sì, ho svolto la mia attività sempre attraverso Associazioni culturali perché sono costituite da gruppi di persone con gli stessi valori morali, che lavorano in armonia per un interesse sociale e per scopi culturali, educativi, ricreativi.

In un’epoca globalizzata come la nostra, con il costante pericolo del pensiero unico, credo che siano questi Enti privati senza finalità di lucro le uniche possibilità che abbiamo per contrastare tutte le istanze corrosive che promanano dalla nostra società”.

È anche un’esperta di cinema, cui ha dedicato gran parte del suo lavoro. Vuole parlarne?

“Come membro dell’UNUPADEC, un’Unione nazionale in difesa degli Autori di Cinema e di Teatro, ho collaborato al periodico “Il Mezzogiorno nuovo d’Italia” e ho tenuto conferenze su autori di cinema e di teatro nell’ambito delle manifestazioni annuali del Premio Lumière a Villa Miani a Roma, e nel 1992 alle Colombiadi di Genova. Nel medesimo anno sono stata chiamata a far parte del “Comitato film prodotti per ragazzi” presso il Dipartimento dello Spettacolo della Presidenza del Consiglio dei Ministri e per il biennio 1998 – 2000 ho fatto parte della Prima Commissione di Esperti Cinema sempre presso il Dipartimento in via della Ferratella a Roma. il mio ruolo era quello di difendere la creatività degli autori e lottare per l’abolizione della censura cinematografica. Solo di recente, il 5 aprile 2021, il Ministro della Cultura Dario Franceschini ha divulgato l’entrata in vigore di una nuova legge secondo la quale non ci saranno più Commissioni di censura, ma toccherà ai produttori indicare le fasce di età che potranno vedere i loro film”.

Parliamo dell’impronta sul territorio. Con quali realtà ha collaborato?

“Sul nostro territorio ho collaborato, sin dalla fondazione nel 1984, con il Circolo artistico e culturale ‘Lorenzo Viani’, fondato da un gruppo di grafici, pittori, scultori e presieduto a turno da validi artisti come Franco Marcomeni, Giovanna Milani, Elena Majoli e altri. Ho seguito l’attività del Circolo con conferenze e articoli, prima su “Il giornale di Ostia” e poi “La Gazzetta del Litorale”. Ho inoltre svolto ricerche ex novo per meglio divulgare la conoscenza delle pitture murali che Lorenzo Viani – pittore, scultore, incisore, scrittore, poeta e giornalista viareggino di grande talento – ha lasciato a Ostia nella Caserma IV Novembre delle Fiamme Gialle come ultima testimonianza della sua feconda e poliedrica vicenda artistica. Nel 1988, sotto la presidenza di Giovanna Milani che chiese i necessari permessi al Comandante della Caserma, mi è stata offerta la possibilità di studiare dal vivo le pitture murali, di trascriverne le misure esatte, di approfondirne le fonti storiche, di scattare una serie di fotografie e infine girare un documentario sull’artista, seguito dal primo saggio “Lorenzo Viani a Ostia”.

Per un lungo periodo, dal 2002 al 2020, è stata presidente del Circolo Elena Majoli, che pur tra mille difficoltà organizzative ed economiche, ha portato avanti con competenza e passione, con determinazione e un’innata gentilezza, numerose mostre per gli artisti del Circolo – sia in sale importanti di Roma come Palazzo Valentini, la Sala del Bramante, i Saloni della Caserma IV Novembre, Il Chiostro del Palazzo del Governatorato del X Municipio, sia all’aperto a Ostia come nel caso di “Arte contemporanea sul mare” in Piazza Anco Marzio, o ancora di collettive periodiche nel Borgo di Ostia Antica e in via dei Misenati. In tutte le occasioni sono stata invitata a scrivere le presentazioni per le mostre in catalogo”.

Lei è stata nominata Cavaliere al Merito della Repubblica. Un riconoscimento importante, porta d’accesso a ulteriori iniziative…

“Sì, dal 2015 sono stata invitata dal Cav. Domenico Garofalo a far parte dell’ANCRI, Associazione Nazionale Cavalieri al Merito della Repubblica Italiana. Per questa, l’8 marzo 2016, ho partecipato al Convegno “La donna insignita”, presso la sede della Corte dei Conti di Roma, dove ho trattato il tema de “L’universo creativo al femminile”, mettendo in evidenza come la donna, dal mito all’attualità, sia stata soggetta a discriminazione nell’ambito dei percorsi nell’arte, nella poesia, nella letteratura, nello sport come nelle istituzioni e nella vita dei partiti.

I percorsi delle donne sono ancora troppo faticosi e non raggiungono mai livelli apicali, ovvero la leadership in ambito politico, economico e sociale. Bisogna ancora fare dei passi avanti nella realizzazione di una democrazia paritaria non solo di natura giuridica, ma culturale. Sembra che la storia delle donne sia scritta con un inchiostro invisibile per via del silenzio che circonda il lavoro di ognuna”.

So che ha fatto parte della Consulta Femminile della Regione Lazio per le pari opportunità. Il mondo, oggi come un tempo, conserva uno spiccato predominio dell’uomo. Quali azioni ha intrapreso durante il suo mandato?

“Dal 2000 ho fatto parte della Consulta Femminile istituita con la legge regionale n. 58 del 25 novembre 1976 al fine di difendere e risolvere le problematiche e le istanze delle donne. Sono stata portavoce presso il consiglio regionale, prima come supplente e poi come rappresentante effettiva. Nel 2007 mi hanno eletta coordinatrice del gruppo di lavoro “Cultura, Spettacolo e Sport” e in quest’ambito ho espresso pareri circa i Progetti di legge regionali, coordinando vari libri tascabili come “Donne e Sport – Cultura di genere e Pari Opportunità”, che include il mio saggio “Le donne e lo sport da Nausicaa a Federica Pellegrini”. Mia è anche l’immagine digitale in copertina, dal titolo “Intercultura”. Ho poi redatto il saggio “2008: Anno europeo del dialogo interculturale. Risorsa, dono, opportunità” e l’immagine di copertina, anch’essa digitale: “Totem umano”. Altre collaborazioni riguardano gli opuscoli “Mai più violenza: esci dal silenzio”, “Le radici dell’Europa”, “Di che talento sei?” etc.

Avverto come urgente il tema della violenza sulle donne in quanto fatto culturale, giacché – malgrado tutte le battaglie – è ancora forte nell’uomo l’istinto bestiale a esercitare un controllo e a pretendere la subordinazione femminile con una concezione patrimoniale della partner”.

Sul fronte letterario, lei ha una predilezione per la poesia. Quali sono i temi cardine della sua produzione e come è andata configurandosi – sul piano ‘pratico’ – questa sua altra passione?

“La poesia è la forma più antica di creatività. Orazio, il grande poeta latino vissuto nel primo secolo a.C., ha scritto: «Non omnis moriar», cioè «Io non morirò del tutto». Era consapevole della caducità degli avvenimenti esistenziali, e vedeva nella creazione – dal greco poiesis – la sua sicura eternità. La poesia, anche nel Terzo Millennio, conserva le sue qualità di comunicazione a livello profondo, in grado di agire in un ambito libero, sottratto alle regole del linguaggio letterario. I miei componimenti parlano sempre d’amore, amore per i miei figli, per mio marito, per la natura, per coloro che soffrono, per il mistero di vita e di morte che circonda la nostra esistenza. Molti versi sono stati tradotti in tedesco, spagnolo, portoghese e russo. Alcuni sono inseriti nell’antologia italo-russa “Dal Tevere alla Moscova” del 2005, (Edizioni Uzoročʹe) e in quella italo-brasiliana “Dal Colosseo al Corcovado” (Edizioni Nuova Impronta).

Ho poi fatto parte dell’Associazione culturale “Erato Cida Inps”, il cui nome è ispirato alla mitologica figura di Erato, Musa del canto corale e della poesia amorosa. Oltre alla presentazione di libri di poesia, persino nelle riunioni conviviali ho sempre ascoltato volentieri chi recitava i propri versi o quelli dei grandi poeti come Dante Alighieri, John Keats, Giacomo Leopardi, Salvatore Quasimodo, Pablo Neruda, Mario Luzi, Gioacchino Ruocco, Maria Luisa Spaziani etc. Nel 1998 ho fatto parte del Comitato Promotore delle attività artistico-culturali del Premio Quasimodo, il grande poeta insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1959”.

Desidera regalarci alcuni versi?

“Certamente. In questa breve poesia c’è tutto il mio stupore per la vita e tutta l’inquietudine per il suo mistero: «Tra l’intrico dei rami / scivola il buio / e le ombre e le voci della notte / scavano nella mia paura di esistere / baratri di angoscia. / Forse non sono esistita mai, / forse sono solo un’ombra anch’io, / un suono o una voce, / un lamento o un sorriso, / una speranza o una luce. / Non so».

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