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Reddito di cittadinanza, a Castel Gandolfo 26 denunciati per truffa, c'è anche il titolare di una palestra

Un uomo con la cittadinanza tunisina ha dichiarato di essere nato in Italia e possedere la cittadinanza italiana, due percettori hanno continuato a percepire il beneficio mentre erano in carcere, altri hanno indicato residenze fittizie, tra cui u in un supermercato ed in un garage

printDi :: 09 settembre 2022 13:23
Carabinieeri accertamenti reddito cittadinanza

Carabinieeri accertamenti reddito cittadinanza

(AGR) I Carabinieri della Compagnia di Castel Gandolfo, al termine di una campagna di controlli, condotti tra Gennaio ed Agosto 2022, hanno denunciato, per truffa ai danni dello Stato ed indebita percezione di erogazioni pubbliche, 26 cittadini di cui 17 di nazionalità straniera e 9 con precedenti, privi dei requisiti per la corretta corresponsione del reddito di cittadinanza, cagionando un danno all’Erario stimato in circa 250.000 euro.

I militari, attraverso la sinergia investigativa con il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Roma e gli uffici territoriali dell’INPS, sotto il coordinamento investigativo della Procura della Repubblica di Velletri, hanno vagliato le posizioni di circa 850 percettori, verificando i requisiti richiesti per l’emolumento facendo emergere molteplici irregolarità.

 
Tra i denunciati risulta un elemento di spicco del Clan dei Casamonica-Spada, risultata altresì titolare di una palestra del valore commerciale di circa 250.000 euro nonché persone beneficiarie del reddito che avevano omesso di comunicare proprietà quali una villa, terreni ed auto di grossa cilindrata, nonché la titolarità di attività commerciali.

Un uomo inoltre, con la cittadinanza tunisina, ha dichiarato falsamente di essere nato in Italia e possedere la cittadinanza italiana, due percettori hanno continuato a percepire il beneficio mentre erano in carcere, essendo stati colpiti da misura cautelare, diversi hanno indicato residenze fittizie, tra cui una residenza in un supermercato e, in un altro caso, in un garage.

Diversi i cittadini impiegati “in nero” ed alcuni stranieri hanno indicato falsamente di essere residenti in Italia da almeno dieci anni, di cui gli ultimi due continuativi. Il Tribunale di Velletri ha emesso diversi decreti di sequestro preventivo per equivalente ai fini di confisca dei beni e, laddove i militari hanno trovato i conti correnti “svuotati”, hanno proceduto a sequestrare gioielli, orologi di lusso, autovetture e beni mobili vari nella disponibilità degli indebiti beneficiari.

Gli indagati sono da ritenersi presunti innocenti fino a condanna con sentenza irrevocabile

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