Ostia, "Laboratorio Una donna", apre un Centro di accoglienza per donne vittime di violenza
Per accedere al nuovo Centro al citofono bisognerà suonare al nome “Pamela”, in omaggio a Pamela Mastropietro, massacrata nel 2018 e diventata simbolo di tutte le donne vittime di violenza. Domani in via delle Azzorre l'inaugurazione, madrina dell'iniziativa Rachele Mussolini


locandina apertura
(AGR) C'è un momento critico nel percorso di una donna che subisce violenze, e arriva esattamente un attimo dopo aver preso la decisione che in quell'inferno non è più possibile restare. Una domanda tanto semplice quanto devastante: dove vado?
E' l'ultimo ostacolo dopo la scalata improba contro le emozioni, i sensi di colpa, la voglia di non buttare tutto all'aria... E' l'ultimo scalino, piccolo se vogliamo rispetto a tutto il resto, eppure spesso così difficile da superare. Il rischio è che, nonostante le umiliazioni e il malessere profondo che si porta con sé, si torni indietro, lasciandosi precipitare ancora in quel gorgo di violenze che si subisce come una croce da portare, segnate dal destino.
La nuova struttura sarà anche Centro di prima accoglienza, oltre che Sportello di ascolto, consulenza legale e sostegno psicologico per le donne vittima di maltrattamenti.
E il fatto di aprire una struttura del genere a Ostia assume un significato particolare; vuol dire non abbandonare quei territori sofferenti per l'infiltrazione delle mafie e per un degrado sociale che porta alla violenza, ma aprire un presidio di legalità e di fattiva disponibilità ad essere al fianco di chi è vittima, di qualunque violenza si parli (fisica, psicologica, economica...).
Al citofono bisognerà suonare al nome “Pamela”, in omaggio a Pamela Mastropietro, massacrata nel 2018 e diventata simbolo di tutte le donne vittime di violenza.