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Infastidisce una ragazza e tenta di ammazzare i ragazzi intervenuti in difesa, in manette Colombiano

Aveva molestato una ragazza ed alcuni sudamericani erano intervenuti, all'arrivo della polizia l'uomo era scomparso per tornare subito dopo ed aggredire con il collo di una bottiglia i giovani, ferendone due gravemente. Per il GIP è tentato omicidio

printDi :: 05 agosto 2020 16:22
Infastidisce una ragazza e tenta di ammazzare i ragazzi intervenuti in difesa, in manette Colombiano

(AGR) Tentato omicidio. Questa la pesante accusa formulata dal Gip del Tribunale di Roma nei confronti di un colombiano di 24 anni arrestato dalla Polizia di Stato.La vicenda è iniziata nella notte del 12 luglio scorso: un gruppo di ragazzi, tutti sudamericani,  hanno visto un loro connazionale che, nei pressi di piazza Cantù, stava aggredendo un ragazza e sono intervenuti in difesa di quest’ultima. Ne è nata una rissa e sentendo le sirene delle Volanti, l’aggressore è fuggito. Ritornata la calma il gruppetto di sudamericani è andato a sedersi su una panchina.

All’improvviso, con in mano probabilmente un coccio di bottiglia, M.A.J.A., queste le inziali del colombiano, è comparso “dal nulla” e si è scagliato contro i ragazzi del gruppo ferendoli gravemente.  La prima vittima è stata colpita al petto, mentre il secondo ragazzo è stato ferito gravemente ad un occhio. Dopo quest’ultima aggressione lo straniero è definitivamente fuggito. Il ferito più grave, dopo essere stato assistito al pronto soccorso più vicino, è stato operato d’urgenza all’Oftalmico.

 
Le indagini, condotte dal commissariato Appio diretto da Pamela De Giorgi, hanno permesso, oltre alla ricostruzione del fatto, anche l’identificazione dell’aggressore un 24enne originario della Colombia, quale autore dei ferimenti. Gli accertamenti medici hanno poi stabilito che i colpi inferti potevano potenzialmente essere mortali. Il quadro è stato prospettato alla Magistratura ed il GIP del Tribunale di Roma ha emesso, a carico del colombiano, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Sono stati gli stessi agenti del commissariato Appio, dopo una serie di accertamenti, a rintracciare il M.A.J.A. ed a condurlo presso il carcere romano di Regina Coeli. 

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