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Bomba d'acqua nel Lazio

print15 ottobre 2015 19:45
(AGR) Legambiente: "Cordoglio per chi ha perso la vita.... Ora frenare il dissesto idrogeologico con decisioni rapide e risolute, investendo su una programmazione che lo contrasti e fermando il consumo di suolo. Una grande opera urgente nel Lazio, è la messa in sicurezza del territorio intero"

L'ennesima bomba d'acqua ha messo in ginocchio nelle scorse ore anche il territorio del Lazio: il fiume Aniene ha rotto gli argini a Ponte Lucano di Tivoli invadendo strade e centinaia di abitazioni, sulla stessa asta fluviale a Subiaco ci sono stati smottamenti e frane, crolli e situazioni critiche ai Castelli e in ciociaria ad Anagni, Ferentino, Fiuggi, Frosinone, Paliano dove i mutamenti climatici hanno causato purtroppo anche una vittima, gravi problemi alle ferrovie regionali Roma-Tivoli e Roma-Cassino.

"Esprimiamo cordoglio per chi ha perso la vita a causa della bomba d'acqua e assistiamo in queste ore a quello che sembra un bollettino di guerra a cui purtroppo ci stiamo tutti abituando troppo e che vediamo apparire ad ogni evento meteorico estremo - dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio-. Ora basta, bisogna concretamente e con decisioni rapide e risolute mettere un freno ai rischi idrogeologici a partire dalla messa in sicurezza dei fiumi troppo ingabbiati nel cemento, fino ad arrivare a dire stop al consumo di suolo che impermeabilizza il terreno e rende drammatica ogni piovosità. Il dissesto idrogeologico va adesso contrastato con programmazione, investimenti veri, delocalizzazioni".

I fiumi e il territorio non sono curati e salvaguardati a dovere come Legambiente denuncia da anni attraverso dossier come "ecosistema rischio" ed  esistono troppe situazioni di pericolo estremo, si pensi ai 1.135,6 ettari in R4 (elevatissimo rischio idrogeologico) solo a Roma, dove vive una popolazione di addirittura 17.757 persone secondo i dati dell'Autorità di Bacino del Tevere.

"Ora è arrivato il momento dicominciare a mettere in campo azioni di adattamento ai cambiamenti climatici che provocano tali disastri meteorologici, attivando anche nel Lazio, tutte le azioni in grado di bloccare le emissioni in atmosfera, - conclude Scacchi - bloccando la diffusione dell'uso dell'auto privata attraverso il miglioramento dei servizi pubblici di trasporto, puntando ad una svolta energetica che parli di energie rinnovabili e chiuda l'era del carbone e delle maxi centrali di Montalto e Civitavecchia, rilanciando il ruolo dei parchi regionali creandone di nuovi e partendo da un grande parco fluviale del Tevere, rilanciando una sana agricoltura di qualità che sia anche presidio per il suolo

 

 

 

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