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Ostia, la "guerra" dei poveri

print07 settembre 2018 17:31
Ostia, la guerra dei poveri
(AGR) L'altro ieri una donna conun figlio disabile è stata sfrattata dalla casa dove viveva. Lo sfratto ha visto l'intervento di Marsella, consigliere Casapound del municipio che ha occupato la sala della presidenza per protesta. "Non possiamo rimanere inermi davanti al dramma sociale determinato dagli sfratti così come non possiamo ignorare chi, in assoluto rispetto delle regole e delle graduatorie, ha il diritto ad un alloggio popolare. - afferma Marco Possanzini, segretario SI X Municipio - Ieri, nel nostro Municipio, si è svolto l'ennesimo sfratto ordinato nei confronti di una ragazza con due bambini piccoli, una vicenda drammatica e dolorosa che è stata immediatamente cavalcata, naturalmente a destra, da chi ha voluto soffiare sul fuoco denunciando il fatto che quell'appartamento sarebbe stato tolto ad una "italiana" e sarebbe stato assegnato ad una famiglia di "stranieri".

Poco importa se hanno diritto, se sono in graduatoria, se hanno tutti i requisiti.... ciò che conta è che sono stranieri e quindi possono essere usati per alimentare la "guerra tra poveri", gli ultimi contro i penultimi appunto, una guerra cara alla destra tutta perchè produce un facile consenso elettorale senza colpire alcun interesse dei potenti. Nello specificofacciamo riferimento a CasaPound, la forza politica che ha fatto della caccia agli immigrati il suo profilo identitario e la stessa forza politica che ieri per protesta ha fatto una irruzione non autorizzata nell'Ufficio di Presidenza del Municipio.

E' questo il modo per combattere le ingiustizie, oppure questa è una modalità per non affrontare a viso aperto ciò che è accaduto in questi anni in quel complesso di abitazioni popolari ? Anche la Capogruppo di FdI in Municipio, nell'intervenire a sostegno del rinvio dello sfratto in attesa dell'esito del ricorso, non ha espresso una parola che sia una su ciò che è accaduto in questi anni relativamente alla case popolari di Ostia gestite dai clan criminali, clan che hanno trasformato quegli alloggi popolari in terra di conquista, catapultandoli nell'illegalità più totale, così come riportato in molte sentenze passate in giudicato.

E' doveroso fare un passo indietro nel tempo, - continua la sua disamina Marco Possanzini - utile per capire di cosa stiamo parlando. Il processo, istruito dai pm Ilaria Calò e Eugenio Albamonte, ha portato alla luce il racket delle case comunali di via Baffigo gestito dalla famiglia Spada che, con minacce e angherie, decideva a chi andavano assegnati gli alloggi. Le case le ottengono con le pistole. E se qualcuno s’azzarda a fare "tarantelle" o resistenze è avvertito: "Se non la lasci, esci coi piedi all’infuori". Si impone il trasloco forzato dal proprio appartamento e guai a fiatare, guai.

L'esempio è quello di Massimiliano Spada, condannato per il racket delle case a 13 anni e 8 mesi, che alla signora Anna Maria Gallaci, fra l'altro italianissima, ha imposto con botte e minacce di lasciare l'appartamento in Via Baffigo. Ma nessuno all'epoca si è mosso per denunciare questi banditi e sostenere la battaglia della signora Anna Maria. Forse sarebbe il caso di denunciare questa situazione e chiedere al Prefetto e alla Sindaca di intervenire con forza per riportare la legalità li dove si è interrotta da decenni perchè anche non poter assegnare un appartamento a chi ne ha diritto è una violazione disumana che non possiamo accettare.

Forse - aggiunge Possanzini - sarebbe il caso di promuovere una ricognizione sul patrimonio edilizio a disposizione nella nostra città al fine di renderlo immediatamente disponibile, compresi tutti quegli appartamenti sfitti, che sono migliaia, utilizzati dai palazzinari per drogare il mercato immobiliare e sui quali spesso nemmeno pagano le imposte macinando utili da capogiro. Forse sarebbe il caso di puntare il dito sugli accordi capestro fra palazzinari e amministrazioni comunali, il caso Armellini fa scuola in questo senso, fermando le emorragie di denaro pubblico da reindirizzare per una nuove politica di edilizia popolare facendo prevalere l'interesse pubblico rispetto a quello privato. Forse..... sarebbe il caso di promuovere politiche abitative capaci di mettere in sinergia quella che il mercato chiama domanda con l'offerta, cioè il patrimonio immobiliare effettivamente disponibile nella nostra città con tutti coloro che hanno diritto alla casa.

Invece si preferisce alimentare la guerra degli stracci fra gli ultimi contro i penultimi, soprattutto quando gli ultimi sono immigrati e i penultimi sono italiani. La signora sfrattata ieri non è vittima della famiglia di "immigrati", ma è vittima della criminalità organizzata che si è sostituita allo Stato ed è vittima di scelte politiche che hanno privilegiato gli interessi dei potenti a danno dei diritti dei più deboli. Questo va detto, questo va fatto, invece di asciugare le lacrime di chi soffre con l'ipocrisia".

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