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Napoli, polo museale per le forze dell'ordine a Palazzo Fuga

print22 settembre 2016 13:15
Napoli, polo museale per le forze dell'ordine a Palazzo Fuga
(AGR) Un centro di formazione per esperti nella gestione e nel recupero delle opere d'arte di livello internazionale ed un museo nazionale destinato alle forze dell'ordine ed ai vigili del fuoco, da realizzare a Napoli, precisamente nel Real Albergo dei Poveri, imponente palazzo settecentesco di piazza Carlo III. La proposta arriva dall'associazione Carlo La Catena, precisamente dal presidente Nicola Perna, secondo il quale: "è impensabile che l'Italia, sul cui territorio insiste l'80% del patrimonio artistico e archeologico del mondo, non si sia dotata di un centro di eccellenza del genere, che potrebbe trovare posto proprio in quella location". "Quale sede sarebbe più appropriata di Palazzo Fuga - sottolinea Perna – un edificio praticamente inutilizzato, grande il doppio del Louvre di Parigi".

In particolare, il progetto, formulato già da tempo, che l'associazione intende proporre al Comune, prevede una serie di iniziative le quali, assicura Perna, finirebbero per valorizzare una importante area di Napoli, già ai tempi dei Borboni sede di eccellenti artigiani.

"Consideriamo Piazza Carlo III - prosegue Perna - il biglietto da visita della nostra città, con i suoi collegamenti aeroportuali, la vicina stazione ferroviaria e l'ingresso autostradale". In sostanza, la presenza nella zona di un polo di studio e di ricerca per il recupero e la conservazione dei beni culturali potrebbe valorizzare anche, secondo Perna, "quel centro commerciale naturale rappresentato da Corso Garibaldi, via Arenaccia e il vecchio sobborgo di Sant'Antonio Abbate, il più antico della città".

Il prossimo 29 settembre il Comune di Napoli affronterà, nel corso di una riunione, la vicenda di Palazzo Fuga. "Il centro commerciale naturale – ha concluso il presidente dell'associazione – con l'inserimento di laboratori del nostro artigianato arricchirebbe la nostra città perché sull'artigianato e su tutto quello che si produce nella nostra regione è imperniata la nostra storia”.

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